Un caso di approccio trasformativo alla mediazione familiare

Tizia è giunta nel mio studio con la volontà di farsi aiutare da un avvocato in quanto il marito Caio l'aveva lasciata. Occupavamo due delle tre poltroncine che, equamente vicine, per me e per chi vi si sedeva, dovevano enunciare la mia vicinanza a pari titolo ad entrambe le parti della disputa ed al contempo, la mia terzietà che doveva rimanere inalterata, senza pregiudizi, qualsiasi cosa mi venisse raccontata.
Tizia aveva due possibilità, delle quali l'una, farsi difendere da me in qualità di avvocato, e in quel caso avrei potuto difendere soltanto lei, invitando Caio a nominarsi un altro difensore; oppure, un'altra strada, nella quale, tutti e tre avremmo seguito un percorso di mediazione familiare, dalla quale il primo beneficiario sarebbe stato il loro bambino Sempronio, che allora aveva cinque anni...continua a leggere sul sito...

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